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  • 11 ottobre 2024 APP - Ascoli Piceno Present IX Festival delle arti sceniche contemporanee Teatro dei Filarmonici - Ore 19 Anna Cappelli Valentina Picello, Anni

11 ottobre 2024 APP - Ascoli Piceno Present IX Festival delle arti sceniche contemporanee Teatro dei Filarmonici - Ore 19 Anna Cappelli Valentina Picello, Anni

Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con Valentina Picello, regia di Claudio Tolcachir, testo che con umorismo pungente indaga sul ruolo della donna nel tempo, inaugura il programma di venerdì 11 ottobre alle ore 19 al Teatro dei Filarmonici.
L’appuntamento delle ore 21 al Teatro Ventidio Basso è con Ashes di Muta Imago drammaturgia e regia di Riccardo Fazi, Premio Ubu 2022 “Miglior progetto sonoro” e a Marco Cavalcoli come “Migliore attore/performer”. Il lavoro è un seducente racconto sonoro, un concerto per voci e musica eseguita dal vivo, una riflessione sul potere immaginifico del suono e della parola, resa viva dall’azione dei quattro performer Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli, con le musiche originali eseguite dal vivo da Lorenzo Tomio.
Un’analisi emotiva di personalità contemporanee attraverso la danza, a partire da La bella addormentata, Sleeping Beauty – outdo, coreografia di Nyko Piscopo, è un manifesto politico contro la critica sterile alle nuove generazioni in scena alle ore 22.15 alla Chiesa di Sant’Andrea.
Ryley Walker, considerato uno dei nomi di punta del cantautorato americano contemporaneo, conclude la proposta di APP per venerdì con il concerto delle ore 23 alla Chiesa di San Pietro in Castello. Originario dell’Illinois, musicalmente cresciuto a Chicago, Walker fonde meravigliosamente nel suo lavoro con originalità creativa influenze e suggestioni di difficile mappatura con una pregevole componente di improvvisazione.

COMUNICATO STAMPA

 

 

APP – Ascoli Piceno Present, festival multidisciplinare delle arti sceniche contemporanee torna ad Ascoli Piceno per la nona edizione l’11 e 12 ottobre su iniziativa del Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT e il sostegno di Regione Marche e MiC per la consueta full immersion nel teatro, musica e danza dell’oggi, importante punto di arrivo di una programmazione che offre uno sguardo sui nuovi linguaggi della scena. Una occasione privilegiata per quanti amano confrontarsi con le espressioni più significative del presente che dal pomeriggio a notte fonda vanno ad abitare con 11 spettacoli i magnifici spazi della città per una festa delle arti sceniche contemporanee.

 

Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con Valentina Picello, regia di Claudio Tolcachir, testo che con umorismo pungente indaga sul ruolo della donna nel tempo, inaugura il programma di venerdì 11 ottobre alle ore 19 al Teatro dei Filarmonici. L’appuntamento delle ore 21 al Teatro Ventidio Basso è con Ashes di Muta Imago drammaturgia e regia di Riccardo Fazi, Premio Ubu 2022 “Miglior progetto sonoro” e a Marco Cavalcoli come “Migliore attore/performer”. Il lavoro è un seducente racconto sonoro, un concerto per voci e musica eseguita dal vivo, una riflessione sul potere immaginifico del suono e della parola, resa viva dall’azione dei quattro performer Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli, con le musiche originali eseguite dal vivo da Lorenzo Tomio. Un’analisi emotiva di personalità contemporanee attraverso la danza, a partire da La bella addormentata, Sleeping Beauty – outdo, coreografia di Nyko Piscopo, è un manifesto politico contro la critica sterile alle nuove generazioni in scena alle ore 22.15 alla Chiesa di Sant’Andrea. Ryley Walker, considerato uno dei nomi di punta del cantautorato americano contemporaneo, conclude la proposta di APP per venerdì con il concerto delle ore 23 alla Chiesa di San Pietro in Castello. Originario dell’Illinois, musicalmente cresciuto a Chicago, Walker fonde meravigliosamente nel suo lavoro con originalità creativa influenze e suggestioni di difficile mappatura con una pregevole componente di improvvisazione.

 

Sabato 12 ottobre si fa denso il programma di APP sin dalla mattina in Piazza del Popolo dove dalle ore 10 alle 13 Rosetta Martellini, attrice di prosa e docente di dizione poetica, offre Jukebox di poesia, una esperienza unica, emozionante e singolare, un incontro intimo con la recitazione di poesie a richiesta in cuffia, per pochi spettatori- al massimo quattro- che possono scegliere tra più di cinquecento poesie in un vero e proprio catalogo. Alle ore 12 il Trio Strozzi composto dagli straordinari musicisti Maurizio Piantelli (tiorba), Silvia De Rosso (viola da gamba), Pamela Lucciarini (voce e clavicembalo) presenta alla Chiesa di San Pietro in Castello La contesa del Canto e delle lagrime, musiche da cantare e da suonare di Barbara Stozzi. Come ad imitare la traiettoria di una cometa periodica, The Halley Solo, ideazione e coreografia di Fabrizio Favale danzata da Daniele Bianco, alla Sala della Vittoria della Pinacoteca Civica (ore 17), abbandona qualsiasi tipo di riferimento narrativo per lanciarsi, come un corpo celeste, in traiettorie e in dinamiche, in cambi di qualità e densità danzate, in stasi e rapide torsioni nello spazio vuoto. La crittografia end-to-end è un sistema di comunicazione grazie a cui, nello scambio da un estremo (end) all’altro, il messaggio è cifrato dal mittente e può essere decodificato solo dal destinatario. A partire dalla chat di una relazione sentimentale conclusa, lo spettacolo end-to-end di Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo al Ridotto del Teatro Ventidio Basso (ore 18) si pone l’obiettivo di indagare le contraddizioni del linguaggio amoroso e della comunicazione digitale. La chat sembra infatti il luogo di un’intimità condivisa, tuttavia lo schermo esclude la tridimensionalità dell’altro e quando questa intimità finisce, gli artisti si domandano che cosa lasci dietro di sé. I sogni possono essere spezzati da una violenza subdola? E se questa violenza fosse propria dell'animo umano, celata sin dall’adolescenza? Da queste domande inizia l’indagine scenica di Affogo - pluripremiato lavoro scritto e diretto da Dino Lopardo, con Mario Russo e Alfredo Tortorelli - su diversi temi come la solitudine, genere, rapporti familiari, società corrotta, bullismo (Teatro dei Filarmonici ore 19). Presentato per la prima volta nel 2012, il progetto ha lasciato un segno indelebile nella storia di CollettivO CineticO e nella vita dei ragazzi e delle ragazze che vi hanno partecipato. Giovani “esemplari” di esseri umani tra i 15 e i 19 anni si rivelano sul palcoscenico, si raccontano, entrano in scena senza sapere cosa accadrà, provano a mettersi a fuoco. Dopo più di dieci anni dal suo primo debutto il sorprendente lavoro - regia e coreografia di Francesca Pennini che firma la drammaturgia con Angelo Pedroni - arriva in scena al Teatro Ventidio Basso (ore 21.30) con un nuovo cast per comporre il ritratto di un piccolo campione di umanità come cartina tornasole del presente, con le sue vertigini e le sue incrinature, le sue contraddizioni e la sua bruciante poesia. APP volge al termine alle ore 23 alla Chiesa di San Pietro in Castello con il concerto di Massimo Silverio, artista che con una consapevolezza fuori dal comune scrive e canta nella sua lingua nativa delle Alpi Carniche, il cjarniel. Fra il fascino della terra di confine e la tradizione di un idioma antico, Silverio forma il suo personalissimo linguaggio fatto di poesia e suoni, classico e contemporaneo, popolare e colto, acustico, elettroacustico ed elettronico che ha dato vita al suo primo album intitolato Hrudja, uno dei dischi italiani del 2023 a detta della stampa specializzata.

 

Abbonamenti (posti limitati, fuori abbonamento Jukebox di poesia in Piazza del Popolo) 50 euro in vendita dall’11 settembre. Informazioni, prenotazioni e prevendite biglietteria del Teatro 0736 298770, AMAT 071 2072439, on line su www.vivaticket.com (solo biglietti singoli spettacoli). Infoline 334 6634432, attiva i giorni del festival.

VENERDÌ 11 OTTOBRE

H 19

TEATRO DEI FILARMONICI

ANNA CAPPELLI

 

di Annibale Ruccello

con Valentina Picello

regia Claudio Tolcachir

scena Cosimo Ferrigolo

assistente alla regia Leone Paragnani

direttore di scena Gianluca Tomasella

produzione Carnezzeria, Teatri di Bari, Teatro di Roma– Teatro Nazionale

in collaborazione con AMAT & Teatri di Pesaro

per RAM – Residenze Artistiche Marchigiane

finanziate da MiC e Regione Marche

distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma

 

 

Il perdono e la carità implicano l’accettazione totale della natura umana, che include il crimine, che non è altro che una grande concentrazione di sofferenza. Angelica Liddell

 

Un testo che indaga sul ruolo della donna nel tempo. L’indipendenza, la prospettiva di futuro, la solitudine, la mancanza dimezzi e di risorse. Con umorismo pungente e assurdo questa pièce conduce attraverso i labirinti della mente di un personaggio inconsueto, pieno di contraddizioni. Commovente e imbarazzante allo stesso tempo. Ciascuno di noi potrebbe conoscerla, incrociarla nella propria vita; ma potremmo anche essere lei. Sentirci così impotenti da prendere le decisioni peggiori. Un gioiello teatrale sul corpo di un’attrice unica, Valentina. La sua sensibilità, la sua immaginazione e l’infinita delicatezza del suo humor daranno a questo testo una impronta unica e piena di aria fresca. Una proposta molto netta: questa donna, il pubblico, e la vita in mezzo a loro. Lo humor e la tragedia mischiati. Quel sorriso doloroso che ci attraversa e non ci lascia indifferenti. Claudio Tolcachir

 

L’incontro tra il regista drammaturgo argentino Claudio Tolcachir e l’attrice Valentina Picello è avvenuto graziea Edificio 3.Storia di un intento assurdo, spettacolo scritto e diretto da Tolcachir e nato al Piccolo Teatro di Milano durante la pandemia nel 2020. Un incontro artistico e umano che ha dato vita ad uno spettacolo magnifico e ad un personaggio straordinario.

 

Claudio Tolcachir dice dell’attrice: «Valentina ha dato al personaggio di Monica (in Edificio 3) tutte le emozioni ei pensieri che avevo pensato per lei, arricchendola del suo carattere molto peculiare. Ho pensato a lei quale interprete ideale per questo monologo potente di un autore napoletano che fino a poco tempo fa non conoscevo, Annibale Ruccello, di cui ora desidero leggere ogni cosa».

 

La scena affaccia sulle macerie di una vicenda che continuamente ritesse se stessa, «in un vago altrove, tra il Vero e l’immaginario» dove – nelle parole di Nathaniel Hawthorne – «possono entrare gli spettri senza terrorizzarci»; dove «una forma amata un tempo ma ora scomparsa, se ne sta lì […] con un aspetto che ci lascia incerti a dubitare se stia tornando da molto lontano o se non si sia mai veramente staccata dal suo posto accanto al nostro fuoco». Nel progetto scenografico per Anna Cappelli, la materializzazione di un passato traumatico ricompone in modo frammentario e assurdo l’apparizione di ciò che è andato perduto, riconoscendo al ricordo la legittimità di plasmare anche ciò che potrebbe non essere mai davvero esistito. Cosimo Ferrigolo


VENERDÌ 11 OTTOBRE

H 21

TEATRO VENTIDIO BASSO

ASHES

 

drammaturgia e regia Riccardo Fazi

con Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli

musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio

occhio esterno Claudia Sorace

luci Maria Elena Fusacchia

fotografia Joanna Piotrowska

per INDEX Valentina Bertolino, Francesco Di Stefano, Silvia Parlani

una produzione INDEX

con il sostegno di Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio Progetto Prender-si cura

con il supporto di MiC – Ministero della Cultura

foto di scena Lorenzo Benelli, Ilaria Depari, Riccardo Fazi, Claudia Pajewski

 

spettacolo vincitore del premio Ubu 2022 per il Miglior progetto sonoro/musiche originali e il Miglior attore protagonista (Marco Cavalcoli).

 

Ring-a-ring-a-rosies

A pocket full of posies

Ashes to ashes

We all fall down

 

 

Si può viaggiare nel tempo attraverso il suono? Si può costruire un racconto sonoro che prenda forma soltanto nella

mente degli/delle spettatori/spettatrici?

Ashes è un aleph di suoni che scorrono paralleli, un flusso di attimi che si sovrappongono, si fanno sentire per un istante prima di scomparire. Un concerto per voci e musica eseguita dal vivo, un viaggio sonoro immersivo: una riflessione sul potere immaginifico del suono e della parola, sull’importanza dell’“ora” e sulle sue caratteristiche di impermanenza, così affascinanti e disturbanti allo stesso tempo.

Una sequenza di accadimenti si svolge senza soluzione di continuità: brevi frammenti di vite private, compleanni, feste, morti, cadute, uccisioni, animali, alberi di Natale, dinosauri, microbiologia, geologia, tutto quello che passa e non resta, ma che definisce e conferisce un significato preciso alla vita di noi esseri umani. I quattro performers parlano, giocano, urlano, lottano, confessano segreti e fanno dichiarazioni d’amore. Voci che generano dinosauri e lupi, funghi e balenottere, madri, padri, figli e figlie, che solo per un attimo si trovano in quel tempo e in quello spazio, pronti a scomparire con l’evanescenza del fiato che si dissolve. È solo la voce che avvera la presenza, crea mondi, tesse relazioni, genera visioni.

In scena pochi elementi fissi: un tappeto, dei microfoni: uno spazio che non cambia mai, mentre il tempo e il suono si muovono in continuazione.


VENERDÌ 11 OTTOBRE

H 22,15

CHIESA DI SANT’ANDREA

SLEEPING BEAUTY

OUTDOOR

 

coreografia Nyko Piscopo

costumi Sonia Di Sarno

danzatori Eleonora Greco, Nicolas Grimaldi Capitello

Leopoldo Guadagno, Francesco Russo

produzione Cornelia

 

 

La bella addormentata è la favola da cui parte l’analisi emotiva di quattro personalità contemporanee: adolescenti, gender free, collocabili nell’era della GENERAZIONE Z.

Queste figure classicheggianti dialogano con un’entità digitale che stabilisce regole tecniche e morali. La forte presenza tecnologica e la sensazione innata di appartenenza ad una gioventù inutile come quella descritta dai media e dalle generazioni precedenti, è una condizione che genera esaurimento emotivo, depersonalizzazione e un atteggiamento spesso improntato al cinismo.

Sleeping beauty - outdoor è un manifesto politico contro la critica sterile alle nuove generazioni.

 

La ricerca di questa creazione nasce da momenti di sala nei quali si è stabilito un rapporto ricco di sensazioni diverse tra coreografo ed interpreti. La disciplina con la quale si impartiscono teorie tecniche in contrasto alla volontà di condividere un’esperienza di vita, insieme ad altre infinite atmosfere emotive creano situazioni che rimandano ad un rapporto simile a quello tra madre e figlio, tra insegnante ed allievo, tra dovere e piacere.

Questa dicotomia interiore è spesso parte del cammino di un adolescente che si ritrova in un flusso circolare dal quale è difficile uscire. Il progetto non vuole moralizzare su tale questione, ma rendere solamente visibile questa trappola di vita in cui si trovano i giovani dei quali si critica la mancanza di intraprendenza in una situazione non favorevole fatta di pregiudizi, regole sociali, emotive e visive.

Il mezzo favolistico sottolinea l’importanza delle fiabe che, mostrando i problemi di vita reale in uno scenario fantastico, ridimensionano la paura, l’esclusione e l’insicurezza.


 

VENERDÌ 11 OTTOBRE

H 23

CHIESA DI S. PIETRO IN CASTELLO

RYLEY WALKER

IN CONCERTO

 

Ryley Walker è considerato uno dei nomi di punta del cantautorato americano contemporaneo. Originario dell’Illinois ma musicalmente cresciuto a Chicago, è un musicista che sa “suonare l’America” e, nonostante vengano fatti continuamente (e fin troppo facilmente) parallelismi con i più grandi mostri sacri della tradizione musicale a stelle e strisce (tra cui John Martyn, Nick Drake, Tim Buckley, Van Morrison, Bert Jansch) non è possibile ascoltare un solo brano senza individuare almeno due o tre generi, influenze o suggestioni che vanno a fondersi meravigliosamente tra loro. La ricercatezza compositiva di Ryley Walker viene spesso (e frettolosamente) descritta come “cantautorato folk-rock” di derivazione anni ’70 e ’80, ma a un ascolto più attento ed erudito non sfuggirà la presenza di elementi free jazz, blues e country, l’onnipresente psichedelia e, specialmente se oltre agli album consideriamo la dimensione del live, la pregevole componente di improvvisazione, a testimonianza del gran numero di influenze stilistiche dalla difficile mappatura.

 

Cresciuto sulle rive del vecchio fiume Rock nel nord dell’Illinois, Ryley ha avuto un’adolescenza tranquilla prima di trasferirsi a Chicago nel 2007 per iscriversi al college. Qui inizia a frequentare con assiduità la locale scena dei club, confrontandosi con il lascito del post-rock e le più nerborute e decadenti manifestazioni noise. Nel 2011, poco più che ventenne, Ryley si insinua adeguatamente nella tradizione del fingerpicking, osservando con dedizione la dottrina dei vari John Fahey, Robbie Basho e Leo Kottke e pubblicando su nastro il suo primo EP The Evidence of Things Unseen. Lo scenario sarebbe presto cambiato negli anni a venire, quando il gusto anglofono avrebbe preso il sopravvento, spostando l’asse degli interessi sul folk inglese, e avvicinandolo allo stile di Bert Jansch e John Renbourn.

Nel 2014 Ryley pubblica All kinds of you per la benemerita Tompkins Square che ne rivela il talento e che attira su di lui una grande attenzione, permettendogli di intraprendere un lungo tour e comparire tra i credits di diversi dischi. Nell’autunno di quell’anno firma con la Dead Ocean con la quale pubblicherà tutti i suoi album successivi a partire da Primrose Green del 2015 che lo conferma definitivamente come una delle stelle più lucenti del cantautorato statunitense. Al termine del tour di Primrose Green durato circa un anno, torna a Chicago per iniziare la stesura del suo terzo album Golden sings that have been sung, pubblicato nell’agosto del 2016 che segna un’ulteriore evoluzione a livello compositivo. Nel frattempo si intensifica la collaborazione con il chitarrista jazz Bill Mackay con il quale pubblicherà due album, Land of plenty e SpiderBeetleBee. Nel 2018 pubblica Deafman glance il suo quarto album co-prodotto da Leroy Bach a cui seguì The lillywhite sessions in cui reinterpreta in trio il famoso bootleg album della Dave Matthews Band.

Nel 2021 è uscito Course in fable per la sua etichetta Husky Pants Recordings.


SABATO 12 OTTOBRE

DALLE H 10 ALLE H 13

PIAZZA DEL POPOLO

JUKEBOX DI POESIA

 

di Rosetta Martellini

 

 

Lo slogan è FATTI UNA POESIA!

L’idea è tanto semplice quanto geniale: recitare poesie a richiesta, per pochi spettatori- al massimo quattro- che possono scegliere tra più di cinquecento poesie.

Istruzioni per l’uso: ci si ferma, si sceglie la poesia dal catalogo, dove le poesie sono divise per autore e per argomento. Ci si siede su delle bellissime sedie piene di parole e si indossano delle cuffie. Ammettiamolo sono degli imbuti da tanica rivestititi elegantemente con del velluto rosso sipario, frutto anch’esse dell’estro dell’attrice, in modo da poter ascoltare la sua voce amplificata in modo naturale e come un cordone ombelicale, senza il disturbo di rumori esterni.

L’effetto è davvero emozionante: la singolarità dell’idea, la bravura di Rosetta Martellini, attrice di prosa e docente di dizione poetica, e il carattere “estemporaneo” rendono questa esperienza unica, una lettura personalizzata, un incontro intimo, confidenziale e sorprendente.

L’esperimento si rivela così una bella dimostrazione d’amore per la poesia, troppo spesso rinchiusa in nicchie elitarie, come se davvero fosse per pochi. La poesia resta una zona off, un segmento elitario della cultura, una roba per pochi, aulica, ermetica, demodé, intimista, fuori luogo e fuori tempo.

Il catalogo curato dall’attrice testimonia una passione per la poesia e un lungo lavoro di raccolta e di selezione: dai classici italiani e stranieri (Dante, Leopardi, Ungaretti, Dickinson, Rilke, Neruda, Merini), a versi più ridanciani (Trilussa, Benni, Belli).

Juke-box di poesia non è uno spettacolo teatrale e non è teatro di strada, non è un reading di poesia, perché è il pubblico a scegliere cosa vuole ascoltare, ma è una animazione poetica, una “cura” inaspettata, un virus in espansione, una contaminazione sana e leggera, che può andare avanti per quasi 3 ore coinvolgendo il pubblico di tutte le età.

Rosetta Martellini è riuscita a portarla in strada e farla vivere con la semplicità e la generosità dei “santi”, che “non sanno quello che fanno” ma lo fanno perché sono guidati da una “rivelazione” che non possono abbandonare.


 

SABATO 12 OTTOBRE

H 12

CHIESA DI SAN PIETRO IN CASTELLO

LA CONTESA DEL CANTO E DELLE LAGRIME

MUSICHE DA CANTARE E DA SONARE DI BARBARA STROZZI

 

con Trio Strozzi

Maurizio Piantelli tiorba

Silvia De Rosso viola da gamba

Pamela Lucciarini voce e clavicembalo

 

 

Intonazione cromatica del Terzo Tono                  Tarquinio Merula (1594/5-1665)

L’Eraclito amoroso                                                   Barbara Strozzi (1619-1677)

da Cantate, Ariette, e Duetti 1651 Opera Seconda

Mercè di voi                                                              Barbara Strozzi

da Il Primo libro de Madrigali a due, tre, quattro, e cinque voci 1644

Ricercata Quinta                                                      Giovanni Bassano (1561-1617)

da Ricercate/Passaggi et Cadentie 1585

L’Astratto                                                                 Barbara Strozzi

da Arie 1664 Opera Ottava

Toccata arpeggiata, Canario                                   Johannes Hieronymus  Kapsberger (1580-1651)

Godere, e tacere                                                       Barbara Strozzi

da Il Primo libro de Madrigali a due, tre, quattro, e cinque voci 1644

Lagrime mie                                                             Barbara Strozzi

da Diporti di Euterpe overo Cantate & Ariette a voce sola 1659 Opera Settima

Canzone                                                                    Tarquinio Merula

Da Il Primo Libro delle Canzoni a quattro voci 1615

I baci                                                                         Barbara Strozzi

da Cantate, Ariette, e Duetti 1651 Opera Seconda

L’Amante segreto                                                    Barbara Strozzi

da Cantate, Ariette, e Duetti 1651 Opera Seconda


SABATO 12 OTTOBRE

H 17

PINACOTECA CIVICA, SALA DELLA VITTORIA

THE HALLEY SOLO

 

ideazione e coreografia Fabrizio Favale

danzatore Daniele Bianco

musiche autori vari

produzione KLm – Kinkaleri, Le Supplici, mk

con il contributo di MiBAC, Regione Emilia-Romagna

 

spettacolo vincitore del Premio DANZAURBANA XL 2022

 

 

Come ad imitare la traiettoria di una cometa periodica, questa danza si presenta come un’effimera scia nello spazio. Qui il danzatore abbandona qualsiasi tipo di riferimento narrativo per lanciarsi, come un corpo celeste, in traiettorie e in dinamiche, in cambi di qualità e densità danzate, in stasi e rapide torsioni nello spazio vuoto.


 

SABATO 12 OTTOBRE

H 18

RIDOTTO TEATRO VENTIDIO BASSO

END-TO-END

 

progetto Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo

linguista computazionale Dario Del Fante

sguardo esterno Alessandro Businaro

 

progetto vincitore dell’Open Call Residenza 2021 di Teatro in Quota Residenza Produttiva Carrozzerie | n.o.t

 

 

La crittografia end-to-end è un sistema di comunicazione grazie a cui, nello scambio da un estremo (end) all’altro, il messaggio è cifrato dal mittente e potrà essere decodificato solo dal destinatario. La parola end è traducibile sia come estremo che come fine. A partire dalla chat di una relazione sentimentale conclusa, end-to-end si pone l’obiettivo di indagare le contraddizioni del linguaggio amoroso e della comunicazione digitale. La chat sembra infatti il luogo di un’intimità condivisa. Tuttavia, lo schermo esclude la tridimensionalità dell’altro. Quando questa intimità finisce, cosa lascia dietro di sé?

 

NOTE DI REGIA

 

Oltre ottomila pagine di testo. Quasi due milioni di caratteri (spazi esclusi), quasi tre milioni di caratteri (spazi inclusi), quasi settantottomila righe. Il progetto prende forma a partire dalla chat di una relazione a distanza durata quattro anni. Un artista autobiografico convoca il pubblico per rievocarla e sfrutta lo spazio scenico come un apparente luogo di consolazione. Sovvertendo il sistema crittografico, decide di consegnare la chat ad altre coppie con l’intento di farne riecheggiare le parole. Il confine tra mittente e destinatario - tra il Sé e l’Altro - e tra pubblico e privato si assottigliano. Emerge un confronto tra le diverse modalità di intendere il discorso amoroso, le aspettative rispetto al sistema coppia e alle relazioni sentimentali. end-to-end è stato presentato sotto forma di studio nell’ambito del festival Teatro in Quota 2021, dal quale è stato ospitato per un primo periodo di residenza. In quell’occasione la chat è stata condivisa con alcune coppie del luogo. Una seconda fase di studio è stata presentata a Roma, a Carrozzerie n.o.t, con il coinvolgimento di nuove persone. Il lavoro ha infine debuttato nell’ambito dell’edizione 2022 di Teatro in Quota. end-to-end è il secondo progetto in collaborazione tra Andrea Dante Benazzo e Laura Accardo dopo Partschótt. Entrambi fanno parte di un'unica conversazione intorno all’esposizione di archivi multimediali privati: luoghi digitali che conservano tracce e detriti come fessure nascoste sulla paura del vuoto.


SABATO 12 OTTOBRE

H 19

TEATRO DEI FILARMONICI

AFFOGO

 

scritto e diretto da Dino Lopardo

con Mario Russo

e con Alfredo Tortorelli

scene e luci Dino Lopardo

aiuto regia Amelia Di Corso

calligrafia Andrea Liserre

sostegno all’allestimento Collettivo Itaca

con il sostegno della residenza artistica Il filo immaginario

produzione Gommalacca Teatro

 

[premi e riconoscimenti]

Finalista In-Box 2024/25

Premio SuiGeneris-Fringe

 

I sogni possono essere spezzati da una violenza subdola? E se questa violenza fosse propria dell'animo umano, celata sin dall’adolescenza?

Da queste domande è iniziata l’indagine scenica su diversi temi: solitudine, genere, rapporti familiari, società corrotta, bullismo. Se i bulli persistono nei loro atteggiamenti e comportamenti rischiano di strutturare disturbi della condotta e successivamente disturbi antisociali di personalità, mentre le vittime possono andare incontro a disordini depressivi e sentirsi prive di valore. Sia i carnefici che le vittime, presentano difficoltà nella regolazione e nel riconoscimento delle emozioni.

 

Nicholas sogna di diventare un campione di nuoto, ma un evento irreparabile lo costringe a fare i conti con i propri tormenti d'infanzia e la sua vera natura. Il bagno diventa la sua stanza dei ricordi e una piscina abbandonata è il luogo dove aleggia lo spettro del fratello.

 

Affogo è un monologo polifonico che fa parte di un progetto più ampio, Trilogia dell’odio. Una trilogia composta da tre monologhi: Affogo, Rigetto, Cesso, rappresentabili singolarmente o in forma di "maratona" con l’aggiunta di un atto risolutivo, in cui i tre personaggi, protagonisti di ogni singola storia, appaiono insieme, svelando infine un loro rapporto/collegamento attraverso un dialogo a più canali di suoni e voci extradiegetici.

Le arene di Affogo sono sostanzialmente due: un bagno e una piscina. Il bagno rappresenta l’elemento più intimo e familiare, mentre la piscina rappresenta la società. L’attore performer è quindi catapultato in dimensioni diverse per indagare scenicamente l’odio e le possibili relazioni con la famiglia e il sociale. Lo stile è un “tragicomico scorretto” caratterizzato da un umorismo “sick”, inteso nell’accezione che ne dà il padre degli scorretti, Lenny Bruce. Il riferimento è dato da una battuta di Lou Costello: «Mia moglie è morta ieri notte, e sul letto di morte mi ha detto: “Se vai con un’altra, esco dalla tomba scavando e ti rovino”. L’ho sepolta a faccia in giù... che scavi pure». Questo è sick, commenta Lenny Bruce. Scorretti e sick sono tutti i personaggi della Trilogia dell’odio, i quali esibiscono la propria immoralità e una sgradevole visione del mondo attraverso il linguaggio “tragicomico”, denso di suoni arcaici e di slang dialettale.


SABATO 12 OTTOBRE

H 21,30

TEATRO VENTIDIO BASSO

 

regia e coreografia Francesca Pennini

drammaturgia Angelo Pedroni, Francesca Pennini

azione e creazione Nicola Cipriano, Piero Cocca, Francesco Gelli

Giulio Mano, Beatrice Monesi, Alice Ada Petrini, Nicole Raisa, Sofia Russo, Adele Verri

cura e organizzazione Matilde Buzzoni, Carmine Parise

co-produzione CollettivO CineticO, Fondazione Romaeuropa

centrale Fies Art Work Space, Fondazione Sipario Toscana

con il supporto di Goldonetta Firenze, Ferrara Off Teatro, Fondazione Armunia

con il sostegno di L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale Centro di Residenza Emilia-Romagna

partner progetto VISIONI: ATER Fondazione

ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale - focus CARNE

Festival Bonsai / Ferrara Off Teatro, Fondazione I Teatri, BMotion, Agorà Bologna

con il sostegno di MiC Ministero della Cultura e Regione Emilia-Romagna

 

vincitore di bando Ripensando Cage 2012 Premio Jurislav Korenić per la migliore regia al Festival Internazionale MESS di Sarajevo

 

Il progetto ha lasciato un segno indelebile nel panorama teatrale, nella storia di CollettivO CineticO e nei ragazzi e nelle ragazze che hanno partecipato. A rivelarsi sul palcoscenico sono esemplari di giovani umani, tra i 15 e i 18 anni, a cavallo di quella soglia alchemica che è la maggiore età. Si raccontano, si definiscono senza mai finirsi, si cercano ad ogni passo maneggiando la materia iridescente della realtà. Entrano in scena senza sapere cosa accadrà

ogni sera, senza sapere esattamente chi sono ma continuando a mettersi a fuoco e così facendo a mettere a fuoco noi, che li osserviamo come etologi appassionati e a nostra volta ci trasformiamo in adolescenti, in genitori, in noi stessi.

Ciò che emerge non è solo un incandescente ritratto di un campione di umanità, ma anche una cartina tornasole del presente, con le sue vertigini e le sue incrinature, le sue contraddizioni e la sua bruciante poesia. Per questo ci siamo promessi che l’avremmo rifatto ancora, dopo almeno dieci anni, in un mondo radicalmente cambiato.

Era il 2012 e quegli adolescenti oggi sono insegnanti, architetti, disoccupati, premi Ubu, sposati, artisti, avvocati, emigrati… sempre e comunque cinetici. Nel 2024 nasce un nuovo . E non vediamo l’ora di vederlo.


 

SABATO 12 OTTOBRE

H 23

CHIESA DI SAN PIETRO IN CASTELLO

MASSIMO SILVERIO

IN CONCERTO

 

Massimo Silverio, classe 1992 è un autore e musicista nato e cresciuto a Cercivento (UD) nel cuore della regione storico-geografica della Carnia. Scrive e canta nella sua lingua nativa, il cjarniel, lingua minoritaria delle Alpi Carniche.

Fra il fascino della terra di confine e la tradizione di un idioma antico, Silverio forma il suo personalissimo linguaggio fatto di poesia e suoni che si mescolano tra classico e contemporaneo, popolare e colto, acustico, elettroacustico ed elettronico.

 

Una ricerca iniziata in giovanissima età che lo ha condotto alla creazione di un immaginario fatto di luoghi, volti e riti antichi tradotti in musica attraverso l'uso di strumenti classici come il violoncello, contrabbasso, percussioni preparate, pianoforte o popolari come la guzla – strumento delle alpi dinariche – ma anche sintetizzatori, chitarre, organi e soprattutto la voce che si fa protagonista con timbri lievi e intimi, mescolando carnico e inglese per raccontare una storia minoritaria eppure universale. Dopo 2 EP autoprodotti arriva nel 2023 alla pubblicazione del suo primo album intitolato Hrudja, 2023 per Okum produzioni, frutto dell'incontro con il produttore Manuel Volpe (Rhabdomantic Orchestra) e del contributo del musicista e performer piemontese Nicholas Remondino (Lamie, Stefano Battaglia, Vieri Cervelli Montel). Insieme hanno dato vita ad un lavoro di contrasti, di silenzi pieni di suono che esulano dai confini di un genere musicale. Hrudja è l’antenato longobardo della parola “grusa” che in friulano indica la crosta che si crea quando si rimargina una ferita, metafora di rinascita e guarigione ma anche di stemma, ricordo di qualcosa che sta scomparendo.

 

Ho sempre avuto una forte attrazione per il suono e il significato delle parole che sentivo pronunciare dalla bocca dei miei nonni e genitori. Timbri, melodie e sfumature di sensi che non ho più ritrovato in quelle dei miei coetanei. Così per la mia musica ho utilizzato la lingua del mio cuore, le metriche e il gusto della villotta friulana unite a un suono crudo, evocativo e pieno di contrasti. Massimo Silverio

 

ROLLING STONE

In un’epoca musicale in cui tutto si moltiplica e quasi tutto sembra uguale, un album come quello appena pubblicato da Massimo Silverio s’insinua nel panorama come un urlo che reclama attenzione.

 

IL MANIFESTO

Silverio ha il pregio di scrivere e porgere la voce in modo non banale e dimostra di non avere paura di sporgersi sul bordo del silenzio.

 

RUMORE

Uno scenario che sorprende per la capacità d'immergere tutto in un mare di suggestioni che si avventurano oltre i confini nazionali [...] fra il Friuli e il cosmo.

 

ROCKIT

Massimo Silverio con Hrudja ha preso il folk italiano e lo ha fatto risplendere di nuovo, gli ha messo il vestito di cui forse aveva bisogno. Grezzo e spontaneo, ma elegante di un'eleganza che lo rende pronto per un club torinese, non ci stupiremmo di sentir presto suonare questo disco in grandi palchi.

 

IMPATTO SONORO

Massimo Silverio commuove l’ascoltatore e convince come artista compiuto, maturo, paziente, capace di lavorare un decennio su una canzone.

 

ONDAROCK

Con una consapevolezza fuori dal comune per un esordiente e un orecchio capace di “vedere” combinazioni sonore inusitate, Silverio ha realizzato senza ombra di dubbio uno dei dischi italiani dell’anno. Un lavoro profondo, ma di impatto immediato, del quale si dovrà tenere conto quando ci si approccerà, da musicisti o da critici, a operazioni affini.

ABBONAMENTI

[posti limitati]

DALL’11 SETTEMBRE

 

INTERO FESTIVAL [10 spettacoli]

50 euro

 

BIGLIETTI

DALL’11 SETTEMBRE

vendita biglietti per gli spettacoli

al Teatro Ventidio Basso e Teatro dei Filarmonici

DAL 28 SETTEMBRE

vendita biglietti per tutti gli spettacoli

 

Chiesa di San Pietro in Castello                                   8 euro 

La contesa del canto e delle lagrime                 5 euro

 

Chiesa di Sant’Andrea                                     5 euro

 

Pinacoteca                                                      5 euro

 

Ridotto del Teatro Ventidio Basso                   8 euro

 

Teatro dei Filarmonici                                     10 euro          

Affogo                                                             8 euro 

 

Teatro Ventidio Basso                                     10 euro          

 

Piazza del Popolo                                            3 euro

performance fuori abbonamento

biglietti in vendita presso il luogo di spettacolo il giorno stesso dalle ore 9.45

 

INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI & PREVENDITE

BIGLIETTERIA DEL TEATRO

PIAZZA DEL POPOLO 0736 298770

dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30

AMAT 071 2072439

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VENDITA ONLINE

[solo biglietti singoli spettacoli]

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mezz’ora prima dell’inizio

 

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